Non esiste chiarezza nella definizione legale del termine bonum coniugum. L’incapacità di adempiere i doveri matrimoniali,intesi come bonum coniugum, può essere considerata il fondamento per la conferma della nullità del matrimonio nel can. 1095 n.3 CIC. Nel caso di causa di esclusione bonum coniugum dalla sfera di consenso matrimoniale, le ragioni degli uditori della Rota non sono uniformi. Certi giudici della Rota non accettano la simulazione bonum coniugum come motivo divisorio per la nullità. Esistono tanti elementi, i quali sono necessari per definire bonum coniugum.Prima di tutto gli stessi comprendono la volontà del contraente di formare una duratura ed unica relazione interpersonale per procreare e crescere dei figli.
Negli ultimi anni la Rota Romana ha pubblicato qualche sentenza sulla simulazione di bonum coniugum.In queste pubblicazioni è chiaramente visibile la ricerca della definizione bonum conigum nei fondamentali diritti e doveri matrimoniali, che richiamano le definizioni tipo “unità della vita”, unità del matrimonio”,”intimità dell’unione personale”, “consorzio matrimoniale della vita e dell’amore”.Queste non sono delle definizioni severe, ma le interpretazioni troppo strette o troppo larghe e possono provocare errate soluzioni.
Trovare la definizione legale del termine bonum coniugum è un compito molto difficile. E’ un termine aperto e con tanti significati. Il linguaggio che descrive questo termine è molto impreciso e poco chiaro. Gli uditori della Rota sono molto cauti nel formare le definizioni e le conseguenti pronte soluzioni legali,invece la giurisprudenza non e’ unilaterale in questa questione. Parlare di doveri e di diritti non basandosi su termini legali può condurre ad una sbagliata interpretazione da parte dei tribunali d’Istanze inferiori e provocare così il rischio di forme locali di giurisprudenza”,delle quali ha parlato Papa Benedetto XVI durante l’incontro con i lavoratori della Rota nel 2008.
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