Nella abbondante legislazione del card. Carlo Borromeo, arcivescovo metropolita di Milano /1565-1584/, si può trovare le norme reguardanti il problema del matrimonio, con le quali il legislatore ha voluto tradurre in atto le rispettive disposizioni del decreto tridentino “Tametsi”. Accanto alle norme abbracianti il matrimonio “in fieri” l’arcivescovo di Milano ha stabilito, sia attraverso dei sinodi, sia in via extra - sinodale, le norme riguardanti il matrimonio “in facto esse” cioè la famiglia.
L’autore presenta e commenta i frammenti della legislazione milanese consacrati alla cura pastorale per la famiglia, alla vita dei coniugi e ai compiti di padri delle famiglie. L’analisi?del complesso di queste norme che costituiscono una parte supplementare riguardo al diritto matrimoniale del Borromeo dimostra che s. Carlo, come ha detto Paolo VI, é stato un precursore d’un costume religioso e morale, pastorale specialmente, che ancora sopravvive.
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