Nel secolo XIX esistevano continuamente forti legami delle potestà civili ed ecclesiali. Il Governo del Regno Polacco in modo più eccessivo decideva nei molti campi della vita dei religiosi anche del personale dei uffici ecclesiastici. Il proveddimento dello Zar del 6/18 marzo dell'anno 1817 sottometteva al controllo dello Stato l’elezione dei vescovi, dei membri del capitolo ecclesiale, lavoratori del consistorio, dei decani-arcipreti e dei parrocchi; dei amministratori delle parrocchie e dei vicarii parrocchiali nominavano i vescovi stessi. Dei disposizioni più numerosi dello Stato riguardava dei benefici di parrocci e dei membri del capitolo ecclesiale. L'esistevano tappe: presentare il candidato insieme con docu menti, il permesso del Governo, la nomina del vescovo e possesso. Per l'elezione del candidato influivano „kollatorzy” nelle parrocchie di „kollacji” privato e l’impiegati nelle parrocchie di „kollacji” del Governo. Per quanto riguarda prendere in possesso delle parrocchie facevano il protocollo esatto di aquisto-consegna. L’ingresso stesso del candidato al tempio aveva il carrattere sollenne. Per quanto riguarda il personale dei uffici ecclesiastici richiedevano tanti documenti; ultima parola aveva la Commissione dei Governo delle Confessioni Religiosi e l’Illuminazione Pubblica; questa influiva pure di espropriare del posto di lavoro. I vescovi in questo caso non sono stati bravi padroni della diocesi. La situazione si è peggiorata ancora dopo L'Insurrezione del Gennaio.
Dateien herunterladen
Zitierregeln
Zitiert von / Teilen