Veröffentlicht am: 1997-06-05

"Postumus" w "Noctes Atticae" Aulusa Gelliusa

Jan Zabłocki
Prawo Kanoniczne
Rubrik: Rozprawy i Artykuły
https://doi.org/10.21697/pk.1997.40.1-2.13

Abstract

Dalle informazioni trasmesse da Gellio da un lato risulta che la legge delle dodici tavole considerava postumus un bambino nato al massimo nel decimo mese. Dall’altro, pero, egli riporta che Marco Varro rivolgeva l’attenzione alla necessita di diseredare il postumus sia nato nel decimo che nell’undicesimo mese. Inoltre nel I secolo, il pretore Lucio Papirio assegno l’eredità al postumus nato nel tredicesimo mese. Nello stesso modo si comporto l’imperatore Adriano nel II secolo. Si pone, quindi, la domanda se non esistesse la regola formulata nelle dodici tavole che come erede del morto veniva considerato il bambino nato al massimo nel decimo mese, oppure tra le summenzionate fonti esiste una contraddizione. Sembra che non si tratti ne di uno né dell’altro. Queste apparenti contraddizioni si possono chiarire nel seguente modo. La legge delle dodici tavole stabiliva che come erede dei morto ab intestato veniva considerato il postumus nato al massimo nel decimo mese. Tale postumus, secondo questa legge, veniva trattato al pari dei figli nati durante la vita del padre, di conseguenza era un erede legittimo conformemente al diritto civile. Invece dalla decisione del pretore Lucio Papirio non risulta che egli applicasse il diritto civile. É solo noto che non concede la missio in bona all’agnato decidendo che la hereditas spettava al figlio nato dopo la morte del padre, anche se nel tredicesimo mese. Probabilmente tale soluzione risultava dall’applicazione del cosiddetto nuovo ordine pretorio ereditario, conformemente al quale dal padre ereditavano tutti i figli, non solo quelli che si trovavano sotto la patria potestas. Esso considerava prima di tutto il bene dei figli, e non le rigide norme del diritto civile. Poteva essere applicato anche in quei casi in cui il postumus fosse nato dopo dieci mesi dal momento della morte del padre e non poteva essere considerato un suus heres. La possibilitä che l’eredità venisse concessa dal pretore a coloro che erano nati nell’undicesimo mese era nota probabilmente gia a Marco Varro. Percio nella satira Testamentum consigliava di diseredare chiaramente al momento di fare il testamento tutti i postumi e coloro che erano nati nel decimo e undicesimo mese, per ogni evenienza. I dubbi furono definitivamente risolti dall‘imperatore Adriano che concedesse l‘erédita ad un nato nell’undicesimo mese.

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Zabłocki, J. . (1997). "Postumus" w "Noctes Atticae" Aulusa Gelliusa. Prawo Kanoniczne, 40(1-2), 255–262. https://doi.org/10.21697/pk.1997.40.1-2.13

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