Il principio della presunzione della validità del matrimonio ha molto avversari – gli uni provano a dimostrare scientificamente l’assurdità della sua esistenza, gli altri la dimenticano in pratica. L’accusa fondamentale è questa che il diritto canonico pone troppo grande attenzione „al favoritismo” dell’istituzione, invece di decidere in favore delle persone. Nel presente articolo mi incarico una prova della difesa del principio e anche dimostrare che la protezione del matrimonio non si oppone alla protezione delle persone, ma in essa diviene reale. L’essenza della presunzione della validità del matrimonio è il fatto che in caso di dubbio (cioè della mancanza di fatti certi e prove) il matrimonio si deve ritenere valido. Provare il contrario non può significare il soggettivo giudizio della nullità del matrimonio, ma bisogna - con aiuto di accessibili mezzi dimostrativi - convincere il giudice della ragione della sua tesi. Il giudice deve ottenere la certezza morale - non basta né il dubbio né la probabilità. Altrimenti deve giudicare in favore del vincolo, e il giudizio opposto, giustificato col bene delle persone, con questo bene purtroppo non
ha niente a che vedere.
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