Timore riverenziale consiste nell’apprensione di avere contro di sé gravemente e lungo offesi e indignati coloro che esercitano una p otestà o verso i quali si è tenuti a p restare riverenza e onore, come ad esempio i genitori oppure gli altri superiori. Il timore riverenziale si presume leggero, a meno che non sia qualificato, cioè non siano intervenute preghiere importune e insistenti, liti, alterchi che abbiano turbato l’animo del soggetto passivo del timore e che rendono la sua vita intollerabile costringendolo a temere il male sovrastante della indignazione grave dei genitori o dei superiori. Ad accentuare la gravità del timore concorre non di rado l’immaturità della persona che lo subisce. Per questo bisogna sottolineare il grande ruolo del normale processo di maturazione affettiva della persona che produce le normali relazioni fra figli e genitori, cioè prive di ogni turbamento patologico. A determinare il timore riverenziale è sufficiente che il soggetto che lo subisce percepisca il male come p ro babile, o ne abbia solo il sospetto, anche se in re altà il male non esista, purché sia fondato su dati oggettivi ed estrinseci.
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