Nel periodo dopoclassico (dal XIV alla fine del XVI secolo) dello sviluppo della dottrina canonistica sull’influsso dell’errore sulla qualità della persona riguardo alla validità del consenso matrimoniale gli autori, conformemente alla tradizione, considerano quell’errore come non invalidante il consenso. Fra di loro la maggior parte offre chiaramente la distinzione fra errore su una qualità (errore non movente) ed errore causa (error causam dans). Le fattispecie che propongono, sostantivamente corrispondono ai due differenti stati d’animo dell’errante, che sono espressi con la distinzione fra la volontà interpretativa e la motivazione della scelta. Secondo la tradizione, la figura dell’errore su una qualità invalidante il matrimonio fu sempre esaminata in connessione con l’errore sulla persona. Si nota l’unanimità degli autori nell’esigere una qualità individuante la persona come base del meccanismo invalidante dell’errore sulla qualità. Le loro esposizioni offrono molto scarsi spunti (Domenico Soto; Antonino di Firzenze) per quando riguarda un eventuale influsso invalidante dell’errore su una qualità comune.
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