Opublikowane: 1999-06-15

Język rosyjski w instytucjach kościelnych po powstaniu styczniowym

Witold Jemielity
Prawo Kanoniczne
Dział: Rozprawy i Artykuły
https://doi.org/10.21697/pk.1999.42.1-2.08

Abstrakt

Dopo la caduta dell’insurrezione di gennaio l’amministrazione dello zar realiza il piano di unifficazione del Regno di Polonia all’lmpero Russo. Tutte le carice maggiori nell’amministrazione furono coperte dai russi, negli uffici di tutti i livelli fu introdotta la lingua russa. A questi procedimenti furono sottoposte anche le istituzioni ecclesiastiche. Dall’inizio del 1868 i paroci furono obbligati di scrivere gli atti della nascita, del matrimonio e dei decessi in lingua russa. Nell’anno succesivo fu imposto ad essi l’uso del russo nella corrispondenza con le autorita civili. A partire dal 1894 l’obbligo del uso di lingua russa fu esteso su tutti gli scritti ufFiciali emmessi dal clero e riguardanti i cattolici nel Regno di Polonia. Tranne il russo amettevano soltanto il latino. A cavallo dei due secoli il russo divento linguaufficiale dell’amministrazione ecclesiastica. Fu introdotto nei atti delle visitazioni dei vescovi e dei decani, nei protocolli dei cambio del parrocco, negli annuali diocesani, negli avvisi del concistors ai parroci. Nonostante tutto cio la lingua russa non fu mai inrodotta nelle funzioni liturgiche nelle chiese. Qui dominava il latino e il polacco.

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Zasady cytowania

Jemielity, W. . (1999). Język rosyjski w instytucjach kościelnych po powstaniu styczniowym. Prawo Kanoniczne, 42(1-2), 209–224. https://doi.org/10.21697/pk.1999.42.1-2.08

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