Si puô avere l’impressione ehe i diversi doni, uffici, servizi introducano una differenziazione fra i membri délia „communio”, nondimeno, in realtà, si tratta di un reciproco completarsi ehe porta alla
piena realizzazione délia stessa „communio”. La „comunitâ ecclesiale”
organica non è esclusivamente spirituale, cioè innata soltanto nello Spiri’to Santo, ma per la sua stessa natura esiste la possibilité di sue
varie realizzazioni connesse con funzioni diverse per il be-ne di tutto
l’organ'ismo „in communione”. Ë questo un processo vitale délia vita
délia Chiesa.
Nella Chiesa esistono moite forme e molti modi di vita connessa
con l’aispiraBior-e a perlezionamenti accessibili a tu tti i fedeli. Inolte — grazie ai doni dello Spirito Santo — si trovano nella Chiesa
ampie possibilità di una vita di tipo carismatico sia individuale sia
nelle comunitâ, concordemente ai suoi insegnamenti. È caratteristico
il fatto ehe, sebbene ognuno accetti la chiamata di Dio individualmente, nondimeno lo puo fare solo se è in connessione con la Chiesa.
La voeazione, quello spéciale dono di daxe qualeosa di più di sè stesso, è per lo più la chiamata a realizzaxe una delle forme possibili
per m ettere in atto i eonsigli evangelici. Accettando volontariamente
questa voeazione di tipo carismatico le persone interessate compiono
nel contempo la loro funzione nella comunione ecclesiastica.
II Concilio Va.ticano II accentua particolarm ente ił carisma dei fondaitori, l’originaria tradizione di una data comunita di realizzazione
dei consigli evangelici e vuole che i suoi successivi membri vivano
concordemente a ció, custodiscano questo retaggio, lo approfondiscano
e incessantemente lo adattino ai m utam enti culturali e sociali loro
contemporanei, ossia lo sviluppino in armonia eon lW oluziene e la
vita della Chiesa unive.rsale e particolare.
L ’accettazione di un concreto stile di realizzazione dei consigli
evangelici, osaia. il volontario inserimento in una determinafta comunita di ąues.to tipo, si porta dietro gravi conseguenze. L ’intere,ssato
rinuncia a tutta una serie di diritti soggettivi, per esempio allo stato
di possesso in cui si trova, al diritto di contrarre matrimonio o all’ambito di liberta fino allora posseduto. Dall’altra parte tuttavia ąuella
decisione bilaiterale gli da il diritto di usufruire di tutto ció di cui
dispone la data societa.
Queste considerazioni spingono a riflettere sulla gravita del danno
recato alla Chiesa nel caso in cui le persone vengano senza alcun
criterio aw .iate ad un lavoro al quale nel disegno divino non erano
destinate. Per una certa ristrettezza di idee non vanno per caso perdute ąuelle ricchezze che lo Spirito Santo da alla Chiesa loeale o a
ąuella universaie? Abbiamo qui a che fare eon una falsificazione del
pensiero divino del tutto simile a ąuanto aw ien e spesso durante la
reerutazione, priva di ogni criterio, di coloro che hanno la vocaziane
in un seminario diocesano, in un ordine religioso oppure in singole
congregazioni. Piń di uno, a suo modo zelante, puó cosi divenire la
causa di una futura crisi di un’altra persona, ąuando ąuesta viene
a trovarsi in condizioni difficili senza supplementari grazie divine
che gli perm ettano di perseverare la dove Dio lo ha chiamato. Si
puó andare anche oltre e dire che non soltanto ognuno dovrebbe realizzare in questo modo la sua vocazione, ma ne ha un diritto che
nessuno puó violare.
Le comunitó di realizzazione dei consigli evangelici possono pienamente conservare la loro partecipazione alla vita parrocchiale. Non
perdono per questo motivo l’unione eon le loro comunita maggiori
dalio stesso carattere. Proprio in ció si esprimono la grandę rdcchezza e le varie possibilita create dalia coesistenza, dalia confederazione ecclesiastica'. E di nuovo possiamo dire che persino le iniziative,
apparentenaente mig>lior.i, che cercano di semplificare la vita parrocohiale, recano danno ad un bene maggiore, e persino alla stessa comunlfa parrocchiale. II Concilio infatti ci ricorda che se anche vengono
conservate le sole esigenze fondamentali dell’unita e della communio ecclesiastica, la diversitń nelle ąuestioni secondarie unicamente
arricchisce la wita della comunita ecclesiastica, non l’impoverisce (cfr.
DKW 2).
II desiderio di subordinare tutta la vita della parrocchia, o della
Chiesa particolare, soltanto ad un carattere della vita organica, per
esempio soltanto ai metodi e alle formę tradizionali, significa non
‘Comprendere il Concilio e impoverire la Chiesa. Come tutti i santi
sacrarnenti cosi ogni voca:zione e ogni carisma e anche una vocazione
comunitaria e non soltanto individuale. Giustamente dunque viene
posto in rilievo il postulato di un’autenfcica realizzazione di ogni vocazione carismatica, anche dell’ adempimento de,i consigli eva.ngelici
compresa una viva inventiva, attuale e originale, che aiuti ad adatta re tutto ai tempi contemporanei, ai bisogni, alle esigenze culturali e locali. Tutto ció sara vero soltanto se verra eseguito „in communione” — in una dimensione orizzontale e verticale.
Pobierz pliki
Zasady cytowania
Cited by / Share